Une Affaire de Femmes. (Fr. 1988) Question 8

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Le figure femminili che circondano la protagonista appaiono piuttosto eterogenee. Forse l’unico filo conduttore che le accomuna può essere solo la solitudine e la sofferenza, la loro impotenza di fronte al destino. Sono sole e sofferenti le due amiche di Marie, l’amica ebrea deportata e la vicina di casa che per prima si assoggetta alle pratiche umilianti dell’aborto. La sofferenza diventa disperazione vera e propria nella vicenda dolente di Jasmine: attraverso la sua voce, attraverso la descrizione di una sofferenza fisica e morale che diventa rifiuto della vita, il regista sembra voler dar voce al dolore inespresso delle donne in generale. Anche la figura della cognata di Jasmine può assumere un valore emblematico, anche se di segno diverso: in lei parla la sensibilità umana e religiosa, la voce della fede pronta al sacrificio individuale.

Appare individualmente più rilevato il profilo dell’amica prostituta di Marie: i tratti più salienti della sua fisionomia sembrano però la disillusione e il disincanto.

L’universo femminile delle carceri è descritto come sfondo all’ultima parte della vicenda di Marie: in corrispondenza col carattere tetro e rigido dell’istituzione carceraria, appare come un universo chiuso e ostile, generalmente antagonistico e solo eccezionalmente pervaso da qualche tratto di umanità ( vedi il rapporto con la compagna di cella).

Copernico:

Le donne significative che Marie frequenta  sono fondamentalmente due: la prostituta Lulu, modello di donna emancipata e, in un certo senso, "arrivata"; e la domestica, che Marie assume  per essere sostituita nei lavori domestici, nella cura dei figli, nelle prestazioni sessuali con Paul e, infine, nell' attività di "creatrice di angeli".